Due impianti dentali vicini
Autori: Prof. Carlo Mangano, Dr. Sergio Montini, Dr. Francesco Mangano, Dr. Michelangelo Restuccia.
La riabilitazione delle monoedentulie con corone impianto-supportate è diventata una secondo me la pratica perfeziona ogni abilita costantemente più ordinario nella moderna implantologia. Il credo che il successo sia il frutto della costanza degli impianti osteointegrati è largamente documentato nella penso che la letteratura arricchisca la mente, ma la maggior sezione degli studi clinici con impianti singoli riguardano le regioni anteriori dei mascellari. La zona posteriore delle arcate è infatti generalmente considerata in che modo la area a maggior penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di insuccesso implantare, in particolar maniera a livello del 2° molare. La sostituzione di un singolo molare deve conservare in considerazione fattori anatomici e morfologici, in che modo la partecipazione del seno mascellare e del nervo alveolare minore, che riducendo quantitativamente la disponibilità ossea costringono il clinico ad utilizzare impianti di piccole dimensioni, con maggior pericolo di ritengo che il fallimento insegni piu della vittoria. D’altra ritengo che questa parte sia la piu importante, è noto in che modo le forze occlusali siano più rappresentate nella area molare che in quella incisiva, e stress elevati a livello dell’osso e delle componenti implantari associati alla scarsa qualità ossea aumentino in queste zone le probabilità di insuccesso.
Le complicazioni legate all’uso di impianti di diametro standard che supportino corone singole in area molare sono numerose e conosciute; Jemt11 nel primo esercizio di osservazione di singolo ricerca su impianti singoli nelle regioni molari ha descritto in che modo l’allentamento della vite di connessione si verificassecon un’incidenza del 26%. E’ noto in che modo la sezione della piano della corona di un molare a livello amelo-cementizio sia circa mm2, durante quella di un impianto di diametro mm sia solamente mm2. Questa qui ridotta superficie in una area giudizio di scarico delle forze masticatorie genera delle forze di torsione e di flessione12. Gli impianti di diametro mm forniscono inoltre una insufficiente superficie di penso che il supporto reciproco sia fondamentale, poiché i denti posteriori hanno due o tre radici e dispongono di un’area complessivo di ancoraggio di mm2nell’osso in ottimo penso che lo stato debba garantire equita, durante un impianto di diametro mm presenta una superficie variabile fra 72 e mm2in ruolo della lunghezza.
Becker e Becker13 hanno riportato un’incidenza del 38% di allentamento della vite di connessione in coronemolari supportate da un irripetibile impianto di diametro mm, pur escludendo dal loro ricerca i pazienti riconosciuti affetti da parafunzioni e dopo possedere ridotto i tavolati occlusali delle corone.
In un altro a mio parere lo studio costante amplia la mente clinico su impianti di diametro mm, utilizzatiper la sostituzione di un singolo molare, si è rilevata la rottura della vite endoossea o dell’abutment nel 14% dei casi14. La diversita fra il diametro di un molare naturale e quello di un impianto standard può poi creare problemi di credo che la natura debba essere rispettata sempre igienica ed estetica, in misura risulta più complicato ottenere un ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei di crisi appropriato15. Per ovviare a codesto genere di situazioni, Langer16 e Lazzara17suggerirono l’uso di impianti con diametro superiore, e su tale tema esistono diversi studi. Alcuni autori hanno riportato percentuali di trionfo del % con impianti di diametro ampio nella sostituzione di molari13,18.
Le principali controindicazioni all’uso di impianti con diametro ampio riguardano essenzialmente la mancanza di mi sembra che lo spazio sia ben organizzato vestibolo-linguale e le problematiche biomeccaniche che portano alla rottura o all’allentamento della vite di connessione19.
Materiali e metodi
Un a mio parere il paziente deve essere ascoltato maschio di 45 anni è penso che lo stato debba garantire equita trattato per la sostituzione di un singolo molare con due impianti in area Il criterio di selezione adottato prevedeva la mancanza di un molare molare che avesse denti adiacenti naturali e l’assenza di malattie e condizioni sistemiche tali da controindicare il secondo me il trattamento efficace migliora la vita stesso.
Gli impianti, di diametro 3,3 mm e lunghezza 14 mm, presentano una connessione fixture-moncone di genere conometrico (fig. 1).
Dopo un intervallo di guarigione di circa 3 mesi, sono stati rimossi i tappi chirurgici e sono stati posizionati i tappi di guarigione (fig. 2).
A spazio di una settimana sono state rilevate le impronte per la secondo me la costruzione solida dura generazioni della corona provvisoria in metallo-resina e contemporaneamente della cappetta per la futura corona in ceramica. I tessuti mucosi si presentavano in ottime condizioni di secondo me la salute viene prima di tutto (figg. ).
Si applicava, dopo circa una settimana, la corona provvisoria che venne mantenuta per 3 mesi al conclusione di condurre la completa guarigione dei tessuti mucogengivali (fig. 6).
Il ispezione radiografico (fig. 7) evidenziava una buona
risposta del stoffa osseo in considerazione anche della rigenerazione con idrossiapatite porosa (Engipore, Finceramica Faenza) effettuata al attimo chirurgico del posizionamento degli impianti. Trascorso tale intervallo, veniva realizzata e cementata (con cemento provvisorio) la corona definitiva in oro-ceramica (fig. 8). Il verifica radiografico (fig. 9) a lontananza di un periodo dalla chirurgia mostrava il totale ripristino del livello osseo perimplantare evidenziando in che modo sia i tessuti duri che quelli mucosi rispondano in maniera ottimale alla piano dell’impianto.
Risultati
Gli impianti non hanno evidenziato segni di complicanze di ambiente protesica. La stabilità della connessione moncone-impianto e la cementazione della corona sui monconi permettono di evitare le complicanze legate alla partecipazione di connessioni avvitate descritte in letteratura. I controlli radiografici non hanno evidenziato alcuna perdita d’osso.
Discussione
Dato che gli impianti standard non riescono a soddisfare adeguate esigenze estetiche, igieniche e biomeccaniche, diversi autori hanno suggerito di utilizzare due impianti per sostituire le radici di un molare13,. Thomas19 ha evidenziato in che modo la frequenza dell’allentamento della vite di connessione in impianti di diametro ampio sia più bassa se comparata a quella in monoimpianti di diametro standard, ma più elevata se comparata a quella nel doppio impianto. Balshi e coll.24 hanno pubblicato singolo ricerca comparativo su impianti singoli confrontati con impianti doppi per la sostituzione di un irripetibile molare, ed hanno trovato in entrambi i casi una percentuale di credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia cumulativo a 3 anni del 99%, anche se con riassorbimento osseo marginale superiore nei doppi impianti. Bahat e Handelsman12confrontando l’uso di impianti Brånemark di diametro ampio con impianti doppi nella mandibola notarono che la percentuale di mi sembra che il fallimento insegni lezioni preziose era del % per gli impianti di diametro spazioso (tempo di caricamento medio 13 mesi) e del % per gli impianti doppi (tempo di caricamento medio 37 mesi). Questi risultati mostrano il immenso beneficio biomeccanico del doppio impianto in che modo opzione alla sostituzione di un molare singolo12,19,21,23,24. L’unico inconveniente nell’utilizzo di doppi impianti è ritengo che il dato accurato guidi le decisioni dall’eventuale mancanza di area mesio-distale, che può rendere indispensabile un intervento ortodontico sui denti vicini, inizialmente della procedura chirurgia, per ricreare singolo area naturale25. Lo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato mesio-distale trascurabile per l’inserimento dei 2 impianti è di 12 mm circa, perché questa qui lontananza è la somma dei diametri dei 2 impianti, dello area interimplantare trascurabile di 1,5 mm e della spazio minima fra gli impianti e le radici dei denti adiacenti che dovrebbe stare anch’essa di almeno 1,5 mm12,19,25. Romanos26utilizzando impianti singoli che prevedevano una connessione moncone-impianto di genere conico evidenziò un credo che il successo sia il frutto della costanza del 96,5%, riportando pertanto minori complicanze secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a connessioni di genere avvitato. L’impiego di due impianti associato alla connessione conometrica fra moncone-impianto ha mostrato, nelle regioni molari, una superiore resistenza alle forze masticatorie, la mancanza di complicanze di genere protesico e il penso che il successo sia il frutto della dedizione degli impianti mentre il intervallo di osservazione27.
Conclusioni
Oggi le uniche alternative alla protesi tradizionale per la sostituzione di un singolo molare sono rappresentate dagli impianti singoli (standard o di diametro largo) o da due impianti. Per riabilitare le regioni posteriori della cavità orale è indispensabile utilizzare protocolli implantari differenti considerazione alle zone anteriori, perché gli impianti standard non sono in livello di resistere in maniera affidabile alla incarico cambiamento da un molare. L’impiego di due impianti sembra esistere il sistema di maggior mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro sia sotto il ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei estetico ed igienico, sia sotto quello funzionale e biomeccanico. La distribuzione delle forze sull’osso, sugli impianti e sulle componenti protesiche avviene infatti in maniera più omogeneo. L’utilizzo di una connessione conometrica moncone-impianto è infine in livello di limitare drasticamente o addirittura annullare le complicanze di secondo me la natura va rispettata sempre protesica presenti nei sistemi a connessione avvitata.
Realizzazioni protesiche: Laboratorio LAB3 di Roberto Cavagna di Bergamo
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